agosto 1995
ROUSSILLON
In picchiata per questo serpentello
di strada senza segno
a te tendevo, Roussillon di bragia,
tra il verde più assolato, ovunque degno
come LEI di salvifiche istruzioni....
-...scritto era ‘Vingt’ sull’unico cartello -
e dentro gli occhi le alte tue fiammate
di quattro curve andate
della tua terra rossa di passioni
tra i tuoi massi di sangue in lontananza
rosseggianti d'amore,
il sangue della mattanza,
Roussillon che non muore.
Montagna che nascondi
tra le tue gialle pietre e malte rosse
il bel corpo d’un paggio ch’ebbe il cuore
mangiato due volte dalla sua bella,
al par di LEI tu tosto mi confondi
e d’un canto diventi ispiratrice,
Rossiglione da sangue colorata
di folle donna, schiava innamorata
che volò da una rupe e vita scosse,
moglie amante, pur anco traditrice,
ma che morta di star sepolta accanto
il principe concesse
a chi di tanta pena i fili resse.
Quassù in cima dove amerebbe il vento
cacciarci giúso a riprovar la pena
della pazza d’amor e il principesco
che grande strazio ebbe triste volo
onde il vecchio consorte lasciò solo,
qui su a LEI ripenso, d’incanto fresco,
vittima e preda del medesmo raggio
impietrito su quest’ansioso sporto,
allor che un brivido piacer di vena
dalla fissa schiena mi corre inante,
e alle labbra qui un dubbio meco porto:
cos’è LEI, moglie o amante?
cosa sarem PER LEI, principe o paggio?
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