24 marzo 2008

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L'incomputer

Ogni volta che l’accendo non so se allungherò un racconto o una scena di commedia villana se mi darò al rammendo d’una poesia o d’un capitolo di romanzo, alla lettura d’un vecchio diario al completamento del bestiario dei tipi di un’antologia paesana La scatola magica mi restituisce quasi a caso gli scritti d’un ventennio sopravvissuti a tre harakiri di disco fisso e io a caso procedo nella limatura dell’opera abnorme, senza capo né dirittura d’arrivo né scopo né senso eppure, in quest’offerta d’una strada ogni volta e d’una possibilità, d’un verso o poema è il suo capo e la sua coda, la sua arte e la sua parte, il suo scopo il suo senso.