24 ottobre 2015


532, sonetto 376

Il mio amico, mecenate

Il mio amico, mecenate col far di un ricco ma poveramente in canna, tutto gentile di modi e di sguardi, sempre mi usava il “lei” di condanna a tener buoni i commenti bastardi, e alla cortesia del caffè con panna, mi donava d’ammirar, meglio “far di conto”, una Madonna con sant’Anna o ’l soffitto di un Adamo ed Eva per le scale di un palazzo alle sconte; oppure osservando l’altro mar di marmo che ai suoi piedi si distendeva quando si fermava di sopra un ponte da lì sempre mi regalava un “Guardi!”


Francesco Guardi: veduta del Canal Grande tra Santa Lucia e gli Scalzi
(olio su tela, 48 x 96, al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid)