15 ottobre 2011
478 - sonetto 344
Finalmente a casa
L’attesa decennale dei concorsi
e l’esilio altrettanto lungo a Porto
gli avevano dismagato i discorsi
dell’infanzia, tranciato il sogno scorto
all’alba di carriera quando ai corsi
sperava per sé un ruolo più corto,
col limite di chi non sa disporsi
serafico, magari con trasporto,
alla vita qual è che sempre sfasa
sui progetti; poi due incastri buoni
un lo solleva l’altro lo rigasa;
gli pare di citar la moglie d Alberoni
dicendo di sentirsi “finalmente a casa”
eppure queste son le sensazioni.
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