6 settembre 2006
Tu ti vanti, Toni
Tu ti vanti, Toni, d’aver portato
la tua Due Cavalli in capo al mondo
primeramente a Lisboa
sulla Praza do Commerçio,
a rinverdire una rivoluzione
che ammetteva poche deroghe
con tre controfigure più brutte degli originali,
due uomini e una donna,
solo a te appetibile
la rivoluzione e la donna
e l’anno dopo sul Baltico
tra capitali anonime
tu e lei soli questa volta
con lei che non aveva mai viaggiato
cui qualunque viaggio era bello
ma sognava un altro uomo
e poi senza più nemmeno lei
con qualcun altro che non conta
all’ombra del Partenone
Sempre ti sei esaltato perché la “carriola” ha retto
col nastro adesivo e il fil di ferro
e te
Toni era chiaro da subito e da sempre
che nessuno t’avrebbe obbligato a condividere
il merito e l’idea del primo viaggio:
erano tuoi, tutti interi
non avevi bisogno di ricordarmi
con una cartolina dal Baltico
come se tu dovessi dimostrare qualcosa
con un messaggino dall’acropoli
che la “carriola” era giunta fin lì senza di me
anche a Lisboa di’ pure che è arrivata senza di me
Io rivendico di aver portato in ca’o al mondo
il mio cuore, la vera “carriola”
che a Lisboa era da un’altra parte
il mio cuore che nessun nastro adesivo
o fil di ferro sa tenere insieme
io rivendico d’avergli fatto rivivere
tutte le sofferenze
e rinverdire tutte le memorie
e m’inorgoglisco che ad un tale viaggio abbia retto
e d’averlo portato sui luoghi
impervi, freddi e caldi, d’un’Europa
metaforica ed ideale
dove un amore è stato
e poi è morto
e poi un altro
ed è morto
ed un altro ancora…
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