1989
13
L'insostenibile leggerezza dell'essere
1) PAULO MAIORA CANAMUS
Tereza ha gli occhi stanchi, / stanchi di aspettare
Thomas è lì nel bagno / col suo pensiero solo,
e il puzzo che gli sale / di merda fino al naso
sommessamente grida / al water l’astinenza,
Teresa non le legge / «Son pagine, giornali!»
«A cose ben più grandi, / più grandi... nati siamo».
Non si rassegna Thomas / non sa tornare indietro
però non sa che fare, / non trova simmetria
negli atti suoi di sesso / più puro notarili:
«Mia piccola Tereza / dall’anima slogata,
perché ti vai a trovare / l’incredulo avventore?
vendetta di nascosto? / Vendetta? Forse no.
Vendetta forse sì, / allora di che cosa?
Perché mi vuoi costringere / a non crederti mai più? »
2) PROMESSE
Tereza a Thomas: «Sei felice?»
«Credo di sì» «Anch’io» «Ne son felice»
Povero Thomas: credi a quello che ti dice
perché non hai più coraggio di pensare.
E ti ritagli la consunta parte di Orfeo
lasciando a lei quella di Euridice.
3) GIORNO DI NOZZE
Tereza e Thomas escono dalla
chiesa dove un prete sconosciuto
il futuro loro ha rimpinguato.
Lei sorride intorno per il sogno
realizzato con del tulle da poco;
Thomas guarda il cielo e poi la casa
di fronte: una vedova al poggiolo
nero vestita (V.I. vedova F.)
finge e osserva di guardare altrove.
Poi lui spia benevolo gli astanti,
il riso che gli vola dell’odio
sotto giacca e tosto gli s’attacca
col timore alla pelle sudata.
Dallo stomaco un altro singulto,
in forma di pensiero su tutto
stende una vena d’umore nero:
“Come cazzata niente male!”
4) PRIMA DELLA MESSA
Thomas: «Cosa stai leggendo?»
Tereza: «Ho appena iniziato il monologo di Molly. Fessa!»
Thomas: «Ti faccio il riassunto. Dai che andiamo a messa».
Tereza: «Arrivo al punto»
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