22 dicembre 2009

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Il rettangolo di Tartaglia

Per la prima volta m’ha fatto pena
in tanti anni che la bocca
gliel’avrei rotta io
La bocca rotta non è Kleist
la brocca rotta, sì
Ma la D’Addario ha giurato di no.
Impaurito, o come di braccato 
era lo sguardo animale 
No, non di broccato, sbreccato
la bocca sbreccata, non la brocca sbeccata 
Ma perché poi ha voluto di nuovo
sul predellino uscire per il secondo 
piatto politico?
Ecco il fiuto dell’uomo
il puntiglio dell’uomo,
il figlio furbo punito, il puntuto di giglio.
Un regalo ai fanfulla di lodi
la reliquia del santo ai devoti.
Paura o disfida? Era la paura con l’odio
a muovere le pupille:
«Perché c’è qualcuno che mi odia?
voi tutti guardate» sembrava dire 
«ma chi osa tanto? Guardate voi tutti 
cosa m’hanno fatto (i comunisti)».
 (Cosa poteva scegliere di meglio 
uno psicolabile di tanto nome, 
un bianco soprammobile a triangolo?)
Dentro la statuetta del duomo
era il funerale di Mike Bongiorno 
e dentro lo scrigno del tabernacolo
un ritratto di Craxi, e un cartafaccio
di leggi, dalla Mammì in poi
sui banchi il libretto
del prossimo funerale 
verità e giustizia morte sorelle.
«Complimenti» ha telefonato mia madre
ché anch’io avevo colpa
e qualche amico s’è chiesto
che ci facessi a Milano.