primi di giugno '93
COME UN TORO...
Tra l'odore di sangue nell'arena
corro nel sole istupidito e sfatto,
dai drappi rossi accecato laggiù
all'impazzata.
Mi vorrebbe violento e inferocito
la bruna folla, curva su di me,
che non so odiare il torero e te
col suo mestiere.
Ma grande spettacolo diamo insieme
lui ed io, e prima non posso andarmene
senza pagare alla gente di qui
il mio tributo.
Io so di dover trattare tra poco
con la morte, ma perché vedo la sua
più in là triste fine non soffrirò
quando diec' altre
gialle mi conficcherà banderillas
nella schiena: la prima immaginavo
che mi avrebbe fatto sul collo quassù
plurimo male
Adesso il colpo è dolore da nulla,
imbelle lo cerco, vi corro incontro,
diran "che sciocco! ha perso di già
linfa vitale..."
Qualcuno osserverà ch'è ottenebrata
la mia mente: tre lunghi senza bere
giorni a digiuno per il matador
mi hanno tenuto.
Ma devo non colpirlo, per morire
degnamente: lo sfregiassi verrebbe
a cercar vendetta l'infido clan
ignobilmente,
tra lo spettacolo compromesso;
dei pochi la solidarietà e quindi
un caldo e ignominioso mormorio
si leverebbe.
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