Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi,
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
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14 agosto 2007
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Scoreggiare candido e assorto
Scoreggiare candido e assorto
tra i trottoli e le siepi dell’orto
alte di fagioli e invase da sterpi,
fuggire il gatto che attacca le serpi,
vedere del mondo solo la veccia
che l’abito si spulcia di formiche
e la cipolla alla cipolla intreccia…
Sognar la spiaggia piena di biche
e traveder cogli occhi il palpitare
delle zoccole alla riva del mare
fastidito dai bimbi e i loro scricchi
e sperare che qualcuno li picchi
E andando nel sole che abbaglia
rinunciare all’esigua meraviglia
sentir che tutta vita e il suo travaglio
è in fondo di fagioli una muraglia
d’affrontar con in mano la bottiglia.
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