29 aprile 1991
Piove, governo lardo
Piove! Sembra un quadro.
L’anatra inseguita dal madro
abbandona il campo e dalla via
Giovanazzo torna da Lia
che sta ricamando ul maglione
e aspetta il rientro del coglione
di Riccardo ancora in giro:
«Quando torna... oh se non gli tiro
le orecchie!», ma lui arriva in quella
che si baciano, esce alla chetichella
di nascosto, come un ladro...
Ma fuori piove! Governo madro!
Pierino ancora in cesso
vuol vedere s’è già successo
lascia la sua storia a metà
chiude il libro, la riprenderà,
non bene i calzoni: ha fretta di vedere
(mezzo scoperto è il suo sedere)
se c’è più acqua o più dolore;
in fondo alla strada passa il dottore
ombrellato e la bionda sua gran figlia
col moroso che le assomiglia:
si son da poco iscritti all’Aido.
Piove! Governo laido!
Sulla soglia s’è fatto triste
Riccardino, un motivo non esiste
non sa bene, fors’è nato scemo
gli adulti non di meno
si atteggiano a meteopatici
per essergli antipatici...
Assaggia Giovannazzo il vino andato a male
lo butta, finirebbe all’ospedale
con l’intestino in blocco
com’è successo ieri allo sciocco
fanfarone, sempre lui, Riccardo...
Piove! Governo lardo!
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