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Omaggio ad Alberto LandiAlberto, disponibile e aperto a sostener l’ars sperimentandi di chi chiedeva consiglio all’esperto per divulgar la musica dei grandi ossia di render pubblico un concerto; uomo brusco, concentrato ai comandi della radio, ché questo era l’asserto: “spazio a tutti” con parole che san di cultura, destinate allo sconcerto della riflessione; tu, quasi un Gandhi di porcile dal grugnito scoperto che solo per generosità sbandi contro i prevaricatori d’un certo realismo riducibile a bandi non all’inclusione; oratore incerto a favor di vita dei cui nefandi colpi avevi ripetuto e sofferto. A te un ultimo gioco di rimandi viene orribilmente da Morte inferto che a lungo ti trattiene nel suo andito ma solo dopo averti fatto esperto del dolore della sua ars amandi, freddo alla fine ti accoglie nel serto dei suicidi un tempo esecrandi. Memento tragico, lamento offerto alla notte quel che inutilmente spandi spegnendoti nel buio più deserto.
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