31 luglio 2007
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Madr'è colei che tutti
Madr’è colei che tutti tratta come
figli e non distingue i propri da quelli
che han diversa identità di cognome;
lei per cui son tutti gigli belli,
di sorrisi e baci e carezze degni
lei che per mettere sugli sgabelli
il proprio mai non taglierebbe i legni
a un altro perché non succeda ancora
che gelosia distrugga i suoi sostegni.
Spetta di diritto a una dolce suora
il titolo di madre, a lei che tutti
figli son dalla prima all’ultim’ora
quelli che le si rivolgono, brutti
di faccia, di ventura, storti, bassi,
che lei fa belli e di peccato asciutti.
E come sono penosi i contrabbassi
di certe donne (non solo femministe)
che pretendon che a suora non si passi
il titolo di “madre”, lei che triste
non conobbe la vita dall’interno
e perciò non prevede in che consiste
dei figli il paradiso oppur l’inferno,
che il parto sol farebbe il cuore sveglio
sulla faccenda dell’amor materno…
E invece lei lo sa due volte meglio.
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