Edizioni del Cubo



Architetto Loiradè
Forza, Italia
RIALZATI

Storia di Forza Italia a sonetti

Prefazione di Alessio Alessandrini
Dedica	
	
Pistola ad acqua
Bottino Craxi
Schifani lex autistae
Banana Cicchitto
Così apparve sulla scena Elio Vito
Bondi Bondi
Articolo di Giuseppe Bonura
Sandro Bondi inveze scrive poesie
Che Casini
Ad ognun dei 24000
"Ma bisogna essere coglioni..." (vignetta)
Franceschino va al congresso (racconto)
Picchio che vota sempre Forza Itaglia
Preghiera
Polizie di Primavera
Costanzemente
Taormina
Padre Guzzanti
El lapsus
Dell’Utri e Previti
La partita di calcetto (racconto)
Vittori(n)o da Feltri
 ... e traduzione in dialetto
Dal ginecologo
Finché c’è Fede
Tvemonti
Quante robe no se pol pì far
Le definizioni, caro Floris
M’avete rotto
By-pass
De cossa vutu che parlén
El pediatra in poìtica
Nonostante lui stesso
Mamma santissima
Suo marito ci deve delle scuse
Fame ’na carità, Rutelli
Fastidio
É cascà el governo!
Quiz
El marìo de Marina
Attenti a Zaja
L’On. de Cesa
De novo in Cesa
I nomi delle “Canne al vento”
Complesso del nano
Non la potemmo più far interdire
Al capezzal de mamma Rosa
Nano, ma co un c.... cussì
“G” maiuscola
Re Mi(r)da 
Pensieri Fini
El m’ha ciamà casa, Casini
Da far tremar le vene ai polsi
Vignetta o quadro
"Ogni sera voglio andare a letto..." (vignetta)
Fratello Norton
Brunetta 1
Prospettive
Riflessione
Sensazione
Brunetta 2
Brunetta 3
A morosa de Brunetta
Ritagli e Marcegaglie
Marza e Gaia
La leggenda della crocerossina in Garfagnana
Pari opportunità
S’è sciolta Forza Italia
A La Russa che véa ciapà l’impegno
... e zompa zompa zompa
Capezzàulo
Ma io non capisco
L’origine Del Debbio
Maria Stella Gelmini
Il vero Gasparri
Maroni
’L é riussìo a farme rida
In nome del Papi Re
"Noi siamo per la politica del fare..." (vignetta)
In comune
Avvocati...ci
Più bella che...
De che pasta
A far squadrato
Il grande S., possente
"Sconfiggerò il cancro" (vignetta)
Il rettangolo di Tartaglia
Il grande statuettista
Tra la Lario e la D’Addario
Una via di Milano sarà dedicata
Ma se’l jera dove che’l véa da essar
Speriamo di vederlo presto
Come un Cristo
Sotto una dettatura
Minzione d’onore
Quod non fecerunt barbari
Sed ego censeo delenda Berluscago (vignetta)
Pari inopportunità
Marza e gaja
La fine finale
Ma no, ma no
Il culo di Ruby(k)
Mi sono rotto
L'Angelino Storno	
Basta. Io mi fermo qui
Alf-ano
Berluschettino
Ixarc Ainafets: il mondo a rovescio
Stima
Anagrammi

Svitonio: Vita del più mona dei Césari

Erotua’l Loiradè: una biografia		

B., come l’epatite
prefazione di
Alessio Alessandrini

Erotua’l Loiradè ed io apparteniamo evidentemente a quella che a sentire il TG1 è la sempre più ristretta, sparuta ed ingiustificata schiera, vera e propria razza in via di estinzione, di chi si ritiene ed è inguaribilmente contro il B. Solo B., come l’epatite. Inguaribilmente dico perché la nostra è, lo riconosciamo, una sindrome, una immunodeficienza allergica purtroppo non ancora acquisita, una pruriginosa malattia insomma per la quale dovremmo essere curati in strutture specializzate e non lasciati liberi di ordire complotti, spargere odio, seminare veleni e germi a destra e a manca sulle pubbliche piazze. Ne siamo consapevoli. Che qualcuno ci fermi prima che arrechiamo davvero danni al Paese! Perché il Paese, questo nostro Paese, se ancora non lo avete capito, ha bisogno di amore e di concordia, non di fomentatori di zizzania e di gente che rema contro.
Nei nostri rari momenti di lucidità noi riusciamo a cogliere come in effetti il B. sia l’efficace e fedele proiezione politica dei nostri sogni e come dunque non potremmo, ingrati che siamo, pretendere di meglio. Ma come!? Finalmente un governante che è figlio di questo popolo, bugiardo e puttaniere, prodigo di ammiccamenti e manate sulle spalle ai furbi che non pagano le tasse, con porte aperte a tutti i palazzinari ed intrallazzatori e venditori di protesi sanitarie, soprattutto se ben accompagnati, protagonisti del nuovo miracolo italiano (solo per loro medesimi che alla corte del B. hanno trovato l’America).
Ma chi di noi non vorrebbe essere così sincero e spregiudicato da “tor le donne giovani e leggiadre e vecchie e laide lasciar altrui”? Come fa lui?
Chi non vorrebbe svillaneggiare impunemente le avversarie politiche (o anche solamente condominiali o scolastiche) alludendo esplicitamente al fatto che non possono vantare il culo della D’Addario? (Perché la Bindi non gli ha risposto che se lei è più bella che intelligente “lu ’l è pi’ mona che bass”?)
Ma se noi potessimo, quando prendiamo una multa, ordinare ad uno scodinzolante Parlamento di cambiare immediatamente e retroattivamente la legge così la multa non la paghiamo più, forse che non lo faremmo?
E se i ladri di galline potessero apparire tutte le sere in televisione, a reti unificate, a dire che trattasi di persecuzione politica, finiremmo per non vedere nemmeno più le loro scarpe col tacco sporche di sghitti!
Ma chi riuscirebbe ad ottenere la benedizione della chiesa cattolica pur vantando comportamenti libertini e permettendosi addirittura di decapitare il direttore dell’Avvenire, tramite lo zannuto killer con la riga in mezzo del giornale di famiglia, colpevole il Boffo di aver solo seguito l’esempio di Giovanni Battista nei confronti di Erode e del suo bordellame? (E non a caso ci ha rimesso la testa anche lui!) Ma voi, adesso diciamoci la verità, dove lo trovate uno che ha lo spessore morale e la proprietà di linguaggio del B. che può dare del coglione a tutti, ma proprio a tutti: ai comunisti in primis, alla sinistra in generale, ma anche ai centristi casiniani, ma anche alla destra finiana rompipalle, ma anche ai suoi stessi tirapiedi che presentano le liste a Roma con colpevole ritardo? Eccola dunque la nuova Italia: un enorme, mostruoso e biblico Leviatano, fatto di soli coglioni, dai quali stessi sostenuto ed erto sul predellino si erge, svetta ed innalza lui solo, corto ma tozzo ed inesausto cazzo italiota, che ci vorrebbe Carlo Emilio Gadda a cantarne le virtù priapiche e principesche! A quel punto, come il protagonista del Rinoceronte di Ionesco, vorremmo anche noi barrire felici che Silvio c’è! “Lieti d’esser primi nella lista / dei grandi cortigian di Berlusconi”. Come i vari Capezzone, Ghedini, Bonaiuti, Gasparri, Minzolini, Carfagna, Gelmini, Brunetta (cui i sonetti sono dedicati con una terzina in meno… drio ’a gamba ’a panocia) ed altri che potrei nominare ma che non sono qui nominati per cui me ne astengo. Come per altro il ministro Bondi che gli dedica poesie “al par d’un bocia de seconda media”, mentre noi potremmo fare di molto meglio. Se no a cosa serve la cultura?
Ma non ci è data questa soddisfazione. Ne siamo esclusi. Per un fatto genetico che non ci è imputabile. E allora, come la volpe che non riusciva a raggiungere l’uva, siamo qua a parlarne male spargendo sulle nostre ferite, magra consolazione, il nettare e l’ambrosia della poesia satirica, che dà molto meno panem di quella encomiastica. Ma per quest’ultima bisogna esserci portati. Ed Erotua’l Loiradè non lo è. Peggio per lui. E così beccatevi questa sequela fescenninica che per altro in passato era riservata al trionfo dei condottieri e dunque absit iniuria verbo. Anzi. Onore al merito! E che il cielo ce lo conservi, il B., perché, come dicevano i nostri vecchi, “el pezo non ’l è mai morto”. E visti i delfini…

(2009)