Mario Lavia sui Trumpiani da osteria - 3 gennaio 2024

Fratelli d’Italia ha eguagliato il dilettantismo politico dei grillini

C’è un fortissimo elemento di continuità tra la precedente e l’attuale legislatura che non sapremmo indicare in altro modo se non utilizzando la categoria inventata a suo tempo da Matteo Renzi degli «scappati di casa». Pareva perfetta questa espressione per i Cinque stelle di Beppe Grillo e dei due governi Conte, ma da ieri se la sono guadagnata alla grande anche i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. La sparatoria di Capodanno a Rosazza, nel biellese, che solo per un caso fortunato non ha avuto conseguenze tragiche, ha visto protagonista il deputato di FdI Emanuele Pozzolo con appresso il solito porta-sfortuna (per Fratelli d’Italia) Andrea Del Mastro a portar giù la mondezza mentre su si sparacchiava, e Pozzolo ora è indagato per lesioni colpose, accensioni ed esplosioni pericolose e omessa custodia di armi.
è una surreale vicenda che evidenzia in maniera grottesca lo stile di una classe di governo che ormai crede di poter fare quello che gli pare. Come in un trumpismo da osteria è rispuntato il vecchio tic del potere che dà alla testa e infonde nei novelli governanti l’idea di essere superiori a qualsiasi cosa, anche alle più elementari regole di civiltà. Portarsi una pistola a un Capodanno orgoglioso di mostrarla agli astanti? Ma neanche in un corto di Stanlio e Ollio o per essere più colti nella scena di Martin Scorsese con Joe Pesci che spara al povero cameriere Spider.
Ma c’è da chiedersi dove l’ha trovata gente così, Giorgia Meloni, la padrona d’Italia che manda in Parlamento picchiatelli del genere, personaggi da gangster movie di serie C, ex ragazzotti molto machi con una certa idea della violenza in testa. La notte di Rosazza ha reso chiaro che qui siamo in presenza di gente arrivata al potere senza un minimo di senso del limite, di cultura, di civismo e finanche di educazione: tutto ciò lo avevamo già visto nei comizi volgarotti di Paola Taverna, nelle intemperanze astiose di Alessandro Di Battista, nell’incompetenza naïf di Danilo Toninelli, nell’arrogante vacuità di Virginia Raggi, il tutto sotto la regia politica da film dell’orrore targata Conte-Casalino.
E oggi rivediamo tutto questo in una versione persino più sbracata ma anche più allarmante nel pistolero di San Silvestro, ultimo frame di un incubo, dallo stop al treno di Francesco Lollobrigida alle gaffe vergognose del presidente del Senato e in quelle ridicole del ministro della Cultura, dallo slang romanaccio di Arianna alle crociate contro le stelle sugli alberi di Natale di Fabio Rampelli, dai discorsi fascistoidi di Tommaso Foti alle chiacchiere da tinello della senatrice Lavinia Mennuni, dalla propaganda arruffona di Giovanni Donzelli e in quella imparata a memoria da Lucio Malan ai pasticci di Daniela Santanchè a quelli combinati dal già citato Del Mastro-il-porta-sfiga – e ci perdonino quelli che non abbiamo citato.
«Scappati di casa» erano i grillini politici improvvisati sbucati chissà da dove e ritrovatisi da un giorno all’altro sugli scranni ove sedettero Benedetto Croce e Aldo Moro la cui insipienza veniva così spiegata: è tutta gente che non ha fatto la gavetta, non è cresciuta nei partiti, non ha fatto assemblee sindacali né di movimento e che hanno raggiunto per vie traverse lo status da loro stessi vilipeso di parlamentari della Repubblica.
Oggi però la bravata dell’onorevole meloniano Pozzolo testimonia che evidentemente è tutta retorica quella che accredita Fratelli d’Italia di una cultura da partito novecentesco. A questo tizio il partito di Giorgio Almirante che pure era pieno di teste calde – ma per altre e ancora meno nobili ragioni – non avrebbe nemmeno dato la tessera. Questi qui, proprio come i grillini, non hanno fatto in tempo a respirare l’aria della politica di una volta, o se l’hanno avuto, o non l’hanno messa a frutto o se la sono dimenticata
Si tratta di personaggi – lo stiamo vedendo in queste ore – come dire, quantomeno instabili che hanno scambiato il ruolo istituzionale inopinatamente affidatogli per un luna park nel quale spuntano pistole e si fa fermare un treno perché si è in ritardo. Questa triste brigata oggi guida un Paese del G7 riducendo la politica italiana a una carnevalata di ubriachi. E al contrario di quello che c’è scritto in un penoso comunicato di Fratelli d’Italia che tenta di minimizzare la calda notte dell’onorevole Emanuele Pozzolo, tutto questo, altroché, è politica. Purtroppo.