L’ANFORA DELLA DISCORDIA
CENTRO CULTURALE “LEONARDO DA VINCI”
22 APRILE 2012 ORE 16.45
L’anfora della discordia (1935)
I protagonisti sono i baroni Calamari e i coniugi
Cavaglià. Un’anfora donata da Oscar Cavaglià all’ “amica” Rosalba suscita
i sospetti di Paquito Calamari. La restituzione dell’anfora e le successive
peregrinazioni della medesima diventano il
filo conduttore dei malintesi della commedia, alle
cui battute contribuiscono altri personaggi non meno surreali e una Parentesi
metateatrale.
Alla vicenda principale
si intrecciano le scene
al parco di un gruppo di
amiche di casa Cavaglià, le cui conversazioni
vengono interrotte – con altro tipo
di comicità – da una strana
signora.
Achille Campanile, (Roma, 1899 - Lariano, 1977)
Considerato uno dei più acuti umoristi del nostro secolo, Achille
Campanile si è dimostrato, sia nelle opere narrative sia in
quelle teatrali (e la sua professione di giornalista non fece che
aiutarlo), anche un attento osservatore della vita quotidiana,
abilmente sfruttata come piattaforma per l’invenzione. Il successo
però non gli arrise: raramente il pubblico fu in grado di
capire appieno i suoi testi, contrassegnati da un alto e raffinato coefficiente di paradossalità.
La sua formazione avvenne
nel clima culturale della Roma degli anni Venti e Trenta,
trascinato dall’esempio del padre, giornalista e regista del
muto. Il debutto si ebbe con gli sketch delle Tragedie in due battute, rappresentate da A.G. Bragaglia al Teatro degli Indipendenti
(1924). Considerate tra le sue opere migliori, le Tragedie
evidenziano il forte legame di con l’avanguardismo
futurista, ma soprattutto il suo istintivo amore per il nonsenso,
il calembour e l’irriverente rovesciamento del prevedibile, secondo
uno schema assai simile a quello dell’ammiratissimo
Petrolini. Dopo Centocinquanta la gallina canta - di fatto la
sua prima pièce, sempre allestita al Teatro degli Indipendenti
di Bragaglia - Achille Campanile si dedicò alla stesura di una
serie di atti unici: Il ciambellone (1925), L’inventore del cavallo
(1925), Colazione all’aperto (1925), Il bacio (1925), Erano un
po’ nervosi (1927), tutti accolti tiepidamente dal pubblico.
Gli allestimenti, accomunati da uno scarso interesse di pubblico
e critica, si diradarono negli anni successivi; si ricordano
L’anfora della discordia (1935), Visita di condoglianze
(1940), Il barone e la baronessa Calamari (1944). L’insuccesso
- nonostante le rare dichiarazioni di stima di intellettuali
come Cecchi e Montale - produsse un duplice effetto: anzitutto
una pausa creativa, poi l’oscuramento in sede storicoletteraria.
Dalla prima Achille Campanile è uscito nel dopoguerra,
scrivendo una nutrita serie di commedie e atti unici,
frequentemente in cartellone nei principali teatri italiani (tra
gli altri: Un esperimento riuscito, 1948; La moglie ingenua e il
marito malato, 1960; La locanda della verità, 1960; Campionato
di calcio, 1972). Più a lungo Achille Campanile ha invece
dovuto attendere per ottenere il giusto riconoscimento letterario,
che gli è giunto soprattutto grazie al sostegno di Carlo
Bo (con l’introduzione al Manuale di conversazione, nel 1973)
e alla conseguente vittoria al premio Viareggio, riverberatasi
anche nel recupero dell’opera teatrale, come testimonia la
frequenza degli allestimenti negli ultimi anni.
Regia di
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