ZEUS
liberamente tratto da God di Woody Allen
Come si scrive una commedia di successo? La cosa più logica sarebbe partire dall’inizio e giungere
ad un finale a effetto, risolutivo e appagante per il pubblico. Ma non è così facile.
La metacommedia God di Woody Allen, scritta nel 1975 e divenuta Zeus nell’adattamento
registico di Carlo Dariol, rappresenta l’impossibilità di trovare un finale di commedia
che non sia assurdo come la vita stessa.
In un teatro dell’antica Atene (o della nostra San Donà?), un attore, Diàbete,
e un commediografo, Epàtite da Rodi, stanno allestendo un dramma che ha come protagonista
uno schiavo, Fidìpide, alle prese con una pericolosa missione presso la regina Giocasta, madre di Edipo. Non sapendo
come concludere efficacemente la loro commedia, i due accettano il suggerimento
dell’inventore Trichìnosi, che propone loro di usare un deus ex machina, un meccanismo che
consente di far scendere dall’alto una divinità per risolvere una situazione critica altrimenti
irresolubile: “Zeus, Padre degli Dei, scende drammaticamente dall’alto e, brandendo i suoi fulmini,
porta la salvezza a un grato e impotente gruppo di mortali”. L’idea che Zeus-Dio possa intervenire
e risolvere con un happy end le intricate vicende terrene è spettacolare, se non fosse che...
In questa commedia alla ricerca di un finale fin dall’inizio si entra e si esce
dalla finzione, si susseguono trovate metateatrali e interventi di personaggi moderni,
come quello di Dora Levi, la ragazza ebrea (il testo è pur sempre di Woody Allen!) che
a sorpresa entra in scena e si ritrova a filosofeggiare e a flirtare con antichi greci. Anche
il tradizionale e classicissimo coro greco rinuncia a essere tragica voce della coscienza filosofica
o religiosa per diventare bisbetico e divertito contrappunto delle umane debolezze.
Eppure, tra le battute dissacranti e grottesche della commedia si può sentire
l’eco - seria, questa volta - dei Fratelli Karamazov di Dostoevskij: “se Dio non esiste, tutto è permesso”.
E se invece esiste, quali le conseguenze? Dio è morto? E dunque? E cos’è ‘reale’? Siamo persone
o personaggi, autori veri o fittizi delle nostre storie?
Stefania Fiocchi
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Woody Allen, Dora Levi, Epàtite |
Arrivo delle Parker |
Regina con guardia |
Arrivo del fattorino di Poste Venete |
Saluti fnali |
Il testo è stato ampiamente rimaneggiato e adattato dal regista.
La versione del Liceo Galilei prevede i seguenti
Personaggi |
Interpreti |
Diàbete, attore |
Antonio Beraldo |
Epàtite, scrittore |
Riccardo Nìchele |
Dora Levi, ebrea di Ponte di Piave |
Paula Linga |
Woody Allen |
Daniele Maschio |
Trichìnosi |
Tommaso Mazzon |
Tricòmonas, quindi Zeus |
Nicolò Costantino |
Uomo disponibile |
Simone Scomparin |
Gabriella Muccino |
Salma Assou |
Donna arrabbiata |
Emy Bèssega |
Gertrude, monaca di Monza |
Kay Zanoni |
STRAORDINARIO CORO GRECO |
Clarissa Baldassi
Francesca Redigolo
Valeria Riccobono
Sara Sassaro
Iris Selmani
Ilaria Sipos
Aurora Vendrame |
Amico di Diàbete |
Marco Canzian |
Padrone |
Mattia Zamuner |
Cloe Parker |
Sadia Palowan |
Daisy Parker |
Vittoria Marcon |
Moira Parker |
Serena Bragato |
Guardia |
Marco Guerra |
Donna pugnalata |
Valeria Riccobono |
Regina |
Valeria Vidotto |
Seconda Guardia |
Marco Canzian |
Dottore |
Ilaria Sipos |
Fattorino di Poste Venete |
Daniele Maschio |
Rocky Balboa |
Mattia Zamuner |
Zorro |
Marco Canzian |
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Regia di
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SCENOGRAFIE a cura di Anna Baseotto, Giorgia Benetton, Esma Hoxha, Samuele Lazzari, Giulia Nardin e Ilenia Vangjelj,
che hanno lavorato sotto la guida del professor Giorgio Ortenzi.
RINGRAZIAMENTI
- a Cristina Bincoletto, autrice della locandina.
- a Stefania Fiocchi, che ha scritto l'introduzione del pieghevole e si è occupata delle musiche.
- a Giovanna Vesco, che ha fornito alcuni costumi di scena.
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