Non hai mai provato questo
semplice stupore di fronte a un vero sapere? Per
esempio: che cosa è un cerchio? un puro luogo
geometrico. Io ho bisogno di questa purezza, di questa
sobrietà, ho bisogno di precisione, ho orrore della
palude dei nostri stati d'animo. (…) Così e non
altrimenti! dice la geometria. Così e non in un modo
qualunque! Qui non puoi far trucchi, qui non valgono gli
stati d'animo, esiste una sola figura che coincide col
suo nome. (…) non ho mai vissuto niente di più alto di
questo gioco, di questo gioco a cui obbediscono il
sole e la luna.
(Don Giovanni, atto III)
Don Giovanni o l’amore per la geometria
(Don Juan oder die Liebe zur Geometrie)
commedia in cinque atti, rappresentata per la prima volta
nel 1953
Prima parte (I, II, III atto)
La commedia è ambientata a Siviglia, in
un’epoca che, teatralmente, sovrappone e confonde età
della Reconquista, siglo de oro e
Settecento. Il giovane Don Giovanni Tenorio, innamorato
della geometria ma costretto, suo malgrado, a
sedurre ogni donna che incontra, è il promesso sposo di
Donna Anna, figlia del Commendatore di Siviglia, Don
Gonzalo. Tutti attendono l’arrivo del giovane per il
matrimonio, che secondo un’antica usanza si celebra
nella “notte del riconoscimento”, notte di festa e di
danza in cui tutti, ad eccezione dei due sposi, mai
incontratisi prima, indossano una maschera. Complice il
travestimento, Miranda, una prostituta innamorata di Don
Giovanni, nonostante i saggi consigli di Celestina,
tenutaria della più rinomata casa di piacere di
Siviglia, tenta di sostituirsi con l’inganno a Donna
Anna. Arrivato Don Giovanni, può iniziare la solenne
cerimonia nuziale, ma quella che seguirà sarà una notte
di oscuri presagi, travestimenti, scambi di persona,
duelli, fughe, inseguimenti, amore,
morte…
Seconda parte (IV, V atto)
Don Giovanni è ora un
uomo di trentatré anni, un po’ invecchiato e pieno di
debiti, stanco di essere senza tregua costretto a
sedurre donne che non ama, a ucciderne i mariti, vittima
della sua fama e perseguitato dalla Chiesa spagnola che
lo accusa di ogni sacrilegio. E’ così che, nonostante la
proposta di matrimonio di Miranda, nel frattempo
divenuta Duchessa della Ronda e rimasta vedova, Don
Giovanni decide di inscenare la leggenda della sua
morte: tutti dovranno credere che la statua del
Commendatore, una delle sue illustri vittime, lo
abbia trascinato all’inferno per punirlo della sua
empietà. Don Giovanni, finalmente libero, non più
obbligato ad amare le donne, progetta di ritirarsi in
convento, per potersi finalmente dedicare alla sua
“virile geometria”. Con l’aiuto del suo servo Leporello
e della complice Celestina, organizza una cena, cui sono
invitati il Vescovo di Cordova e molte vedove, vittime
del fascino di Don Giovanni e desiderose di vendetta. E
così … L’ultimo atto si svolge al Castello della
Ronda. Il Don Giovanni della letteratura è divenuto
ormai un personaggio da commedia, emblema dell’empietà
punita. Il Don Giovanni “reale”, invece, si trova
imprigionato in quello che, forse, è l’unico, “vero
inferno”... |