luglio 1998
VORREI VOLER, SIGNOR
Vorrei voler, Signor, quel ch’io non voglio.
lunghe notti ti piango, ché non sento
quell’ardor d’amore di cui mi doglio
non sentir che un sordo e flebile vento.
Con pazienza Tu mi attiri al tuo scoglio,
io mi ritiro sulla spiaggia lento
come un’alga, un mitile, un capodoglio
morto, né mi so portar sottovento.
Mi vergogno pei giochi d’una guerra
d’acqua, ma ben più mi comprime questa
posa snob d’intellettual di terra
su di una sabbia al bordo della festa...
E la paura il mio magon riserra,
ché una musa è speranza che non resta.
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