23 gennaio 2010

447 - sonetto 317

Speriamo di vederlo presto

Si appoggiò con fare accorto
a Craxi e quando il disonesto assorto
finì ad Hammamet, l’amico, scorto
il pericolo di perdere l’orto

delle tivù, scese con trasporto
in campo, suonando campana a morto
contro un comunismo testé risorto;
vinse ma giunsero le navi in porto

degl’imbrogli del suo commercio storto
lungo l’Italia-giustizia d’asporto;
“non importa come mi comporto

ma quel che credono” è l’assunto aborto;
con la pelle stirata e il crine insorto
continua a dirsi vittima del torto.



SPERIAMO DI VEDERLO PRESTO