9 aprile 2007
260 - s. 171
Riservatezza
Era tra tutti proverbial l’elogio
della sua riservatezza che appena
le concedeva definir “barbogio”
un discorso degno di maggior pena.
Fiero d’un dei suoi rari sì, mi crogiolo
a lungo che verrà con me a cena,
per cui senza guardare l’orologio
potrò conoscer l’estro e la sua vena.
Poi scopro che storia non l’interessa
né arte né politica e non vota,
ce l’ha piuttosto col papa e la messa
e sogna per il ballo d’esser nota...
Così ho capito che la cara lessa
non era riservata: era vuota.
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