1987

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La Cecchi

Ho letto tantissimo, io (“e pensato poco: non m’è rimasto il tempo!”). Mi ricordo quella là due anni fa ch’è venuta a trovarmi: “Sa, - mi fa - all’esame gli ho detto tutto quello che ci aveva detto lei, perché sul Praz non c’era...” Dio, che cera le ho fatto. A me m’è venuto da ridere: perché tutto quello che so l’ho imparato dal Praz... Oh, non proprio tutto, perché anch’io di mio sapete ho letto tantissimo, almeno per sette o per sei... Voi invece siete dei parassiti, cari miei, cervelli fossili, stalagmiti. Qui il contenuto conta fino a un certo punto: è la forma, la forma solamente che conta: ecco, io vi do forma; per voi sono la via, la verità e la forma! Mi tocca sempre dirvi tutto. Anche stavolta vi ho detto tutto, ogni cosa che ho detto è essenziale, e voi dovete tenerla di conto, fondamentale. Joyce e Beckett erano grandi amici, “Prof, scusi l’intervento, si può essere amici di gente tanto più vecchia?” Uff..ha parlato la secchia! Ma certo che di scemenze ne dici! In senso buono, non avertene a male... Ragioniamo, stai attento: io sono intelligente tu sei intelligente: tra me e te non c’è nessuna differenza e il discorso dell’età più non vale, perché stima e deferenza sono sottomesse all’intelligenza. Io sono intelligente, voi siate sottomessi. Riprendiamo: Joyce e Beckett furono dunque amici. Fraterni. Basta, non ho più voglia di parlare: vi ho già detto tante cose, rilevare nessi, ammirare idilli, che per oggi ne avete una buona dose e potete andare a casa tranquilli... Ma le avete scritte sui vostri quaderni?