30 giugno 2020

603 - sonetto 432

Fabietto Sorrentino

Una sequenza di figurine, lenta, col Maradona dio dei poveracci in una Napoli cialtrona di stracci dove nulla si pensa e nulla si inventa, ma dove si eleva a genio la stenta mediocrità quotidiana dei mortacci tua, senza vergogna, tra abbracci e versi di cui mai par si penta. Fellini? Sequela di figurine di mostri incollate in totale assenza di intreccio, di suspense, di sorpresa. Non pare di veder la mano fine di Dio, qua e là solo la parvenza di una trovata, raramente inattesa.