ESPERANTO
Premessa
Manuale d'Esperanto Un racconto in esperanto: KAPRI PREMESSAUna cosa che non sopportavo da bambino era il fatto che i simboli “c” e “g” cambiassero suono solamente perché seguiti da “-e, -i” anziché da “-a, -o, -u” e che il gruppo “gl” talora si pronunciasse g-l come in glicine e che il suono di “gn” non fosse g-n come invece mostravano i cari turisti tedeschi quando chiedevano informazioni per Lig-nano.Da bambino aritmetizzante ho sempre sognato la perfetta corrispondenza simbolo-suono; e come imparando la storia di Cristoforo Colombo venni a conoscenza dell’esistenza della Niña, cioè del simbolo “ñ” che sostituiva egregiamente il nostro “gn”, così immaginai che la tilde sopra la l potesse sostituire benissimo il nostro “gl”. Quando venni a conoscenza dell’esistenza dell’Esperanto e mi fu detto
che avrebbe dovuto essere la lingua del mondo,
non ne conoscevo le caratteristiche; me ne entusiasmai
(fu Alessandro Striuli a spiegarmi una sera le regole dell’Esperanto)
quando seppi che una delle regole di base era appunto quella che sognavo da bambino per una
lingua logica:
ad ogni simbolo deve corrispondere un suono.
Rimasi un poco deluso quando non vi trovai i simboli dei suoni “gn” e “gl”, ma solo
in seguito imparai a distinguera tra implicazione e implicazione inversa, cioè che non è detto che
se ad ogni simbolo corrisponde un suono, allora ad ogni suono debba corrispondere un simbolo:
ma è chiaro che occorrono simboli precisi se si vuole rendere all’onomatopea
l’importanza che le compete
(il suono della pernacchia - e tantomeno quello della scorreggia - non è certamente “prrrr”)
Cominciando a scrivere poesie in dialetto mi trovai a dover scegliere un lessico (a quale dialetto volevo ispirarmi?) e soprattutto a dover scegliere una fonetica. Fu nel mezzo di tali ricerche che mi capitò tra le mani la “ł” (espressa da 322;) e ne dedussi che sarebbe stata il simbolo ideale per tradurre la “gl” di foglio. Come anticipato nelle premessa propongo
Esiste un solo articolo definito (determinativo) la: la patro (il padre),
la
tablo (la tavola). Per rendere l'articolo indeterminativo un, uno, una, si usa
il nome senza articolo: patro kai filo (un padre ed un figlio) Tutti i nomi di persone, cose e animali terminano in o: patr-o (padre), frat-o (fratello),
libr-o (libro).
Il plurale si forma aggiungendo un j: patr-o-j (padri), kat-o-j (gatti). Il
genere è quello naturale, quindi non vi è genere grammaticale. Gli animali
sono maschili o femminili a seconda del loro sesso. Il sesso femminile si indica
intercalando il suffisso in tra il radicale e la finale o.
Gli aggettivi e i participi usati come aggettivi terminano in a. Patr-a
(paterno), grand-a (grande), fort-a (forte). L'aggettivo può
precedere o seguire il nome e concorda col sostantivo in numero e caso, e
perciò forma il plurale aggiungendo -j. Patr-a-j (paterni), grand-a-j
(grandi). E si declina come il sostantivo e quindi prende l'n
all'accusativo La bonaj patraj (i buoni padri) Mi trovis bonan
knabon sur la strato (trovai un buon ragazzo sulla strada)
Verbi
I verbi sono caratterizzati all’infinito dalla finale i.
parol-i (parlare), am-i (amare), skrib-i (scrivere), mort-i
(morire), leg-i (leggere), fum-i (fumare) Il verbo è
invariabile per persona e numero, quindi la sua coniugazione è della massima
semplicità:
La infano est-as bona (il bambino è buono),
Pronomi personali
I pronomi personali, come i sostantivi formano l'accusativo coll’aggiunta di un n.
Ĝi è usato per rappresentare cose o anche persone od animali il cui nome non
rivela il sesso
Davanti ai verbi impersonali ĝi è sottinteso.
Aggettivi o pronomi possessiviI possessivi si formano dai pronomi personali per l'aggiunta della finale caratteristica degli aggettivi a; al plurale prendono j e l'n quando accompagnano il complemento oggetto.
La patro estas kun sia filo kaj siaj amikoj (il padre è con il figlio
e con i suoi [del padre] amici)
In frasi come la seguente i possessivi possono o no essere preceduti dall’articolo definito la
I gradi di comparazione si formano analiticamente per mezzo di avverbi: Il comparativo di uguaglianza si forma con tiel... kiel:
Il comparativo di maggioranza si forma con pli... ol:
Il comparativo di minoranza si forma con malpli... ol:
Il superlativo relativo si forma con plej (malplej)... ol:
Il superlativo assoluto si forma con tre:
NumeraliI nomi dei numeri cardinali sono invariabili:
I numerali ordinali o aggettivi ordinali si formano dai cardinali aggiungendo
la terminazione a degli aggettivi.
Se invece si aggiunge la terminazione e si ottengono gli avverbi.
Se invece si aggiunge la terminazione o si ottengono i sostantivi:
I numeri moltiplicativi si formano aggiungendo ai cardinali il suffisso obl:
I numeri frazionari si formano per mezzo del suffisso on: du-on-o (la metà), du-on-a (mezza), du-on-e (a metà, per metà), kvar-on-o (un quarto) Classificazione degli affissiPrefissiPrefissi con idea avverbialeSono MAL- GE- BO- DIS- RE- MAL indica il contrario
GE indica entrambi i sessi pressi insieme
BO indica la parentela risultante dal matrimonio
DIS indica separazione, disunione, dispersione
EK indica principio o momentaneità di azione
RE indica la
ripetizione di un’azione
Suffissia) Suffissi sostantivi: aventi l’idea generale di persona: -UL indica un individuo caratterizzato dal radicale al quale il
suffisso è unito, quindi
-AN indica l'abitante , il partigiano, il membro, il seguace di,
ecc.:
-ESTR indica il capo, il principale di:
-ID indica figlio o discendente dall'essere espresso dalla
radice
-IN indica il femminile
-IST
indica mestiere, professione, occupazione abituale
Si riferiscono a persona anche i due suffissi ĈJ e NJ: -
ĈJ indica il diminutivo vezzeggiativo maschile, corrisponde alle
desinenze italiane ino, etto, uccio, e si mette per lo più dopo le prime due
lettere di un nome:
- NJ indica il vezzeggiativo e il diminutivo
femminile:
b) Suffissi sostantivi: aventi l’idea generale di entità materia o astratta: -AJ indica il -AR indica -EJ indica -ER indica -IL indica -ING indica -UJ indica
c) Suffissi aggettivi: aventi l'idea di qualità o carattere: -EC indica il -EBL indica -EG indica -EM indica -ET indica -IND indca
d) Suffissi verbali: aventi l’idea generale di condizione o stato: -AD indica il -IG indica -IĜ indica
Verbo (forma attiva)La coniugazione del verbo è ridotta alla massima semplicità. Per ogni tempo si ha una sola terminazione, uguale per tutte le persone, quindi occorre far precedere il verbo dal nome di persona o dal pronome.Si ha una sola coniugazione, uniforme, senza eccezioni ed uguale per tutti i verbi. Si effettua mediante sei terminazioni per i tempi semplici
Inoltre NT caratterizza il participio, ed essendo a, i, o, caratteristiche del presente, passato e futuro avremo tre participi
La coniugazione non usa che un solo verbo ausiliare est-i (essere) che si adopera per formare i empi composti, sia della forma attiva sia della passiva. Il verbo essere è coniugato ugualmente e cioè per i tempi composti con se stesso come ausiliare
È bene avvertire che i tempi composti o secondari si devono usare il meno possibile, solo nel caso che non si possano sostituire con tempi semplici: Mi estas manĝinta (sono nello stato di colui che ha mangiato) si può tradurre più facilmente con Mi manĝis. Così Mi estas parolanta (sono nello stato di chi sta parlando) si può tradurre con Mi parolas, anche se in questo secondo caso sono evidenti le sfumature diverse. Il verbo avere, quando svolge le funzioni di ausiliare, si traduce in Esperanto col verbo essere Io avevo scritto si traduce con Mi estis skribinta. Dalla combinazione del verbo essere con i sei participi si ottiene una ricchezza di forma verbali di gran lunga superiore a quella dell'italiano o di altre lingue. Per formare i composti dell'attivo si usano le 5 forme semplici del verbo combinate col solo participio ttivo passato. Così:
Pe ril congiuntivo si adopera, tanto per i tempi semplici come per i composti,
l'imperativo preceduto da ke
un esempio di coniugazione attiva
Direzione, durata, misura, qualità permanente dell'oggetto
Il segno del caso oggettivo n è usato per indicare la direzione di un dato
movimento, rispondendo alla domanda: dove?
La lettera n non viene aggiunta quando precede le preposizioni al e g^is che già di per sé indicano movimento. Si aggiunge l'n quando si vuole indicare una data o la
durata di un'azione, rispondendo alla domanda: quando, quanto?
Si aggiunge pure l'n quando si voglia espriere il peso, la
misura ed il prezzo di una data cosa, rispondendo alla domanda: quanto?
Si aggiunge l'n
quando si omettono delle parole che facilmente si sottintendono, rispondendo
alla domanda: cosa?
Quando l'aggettivo, accompagnando un dato nome che è l'oggetto della
preposizione, ne indica la qualità permanente, prende l'n con il
sostantivo; se invece non indica che una qualità accessoria occasionale o
temporanea, resta invariato: Trovai la bottiglia rotta.
Verbo (forma passiva)Mi estas amata - io sono amato La forma passiva si rende col verbo essere e col participio passivo.. Il participio passivo ha tre forme come l'attivo, ma una è da abolire: AT-A, forma dl presente IT-A forma del passato. OT-A forma del futuro (DA ABOLIRE)
Forma riflessiva
I verbi riflessivi si rendono
Non tutti i verbi italiani di forma riflessiva corrispondono ad altrettanti
verbi riflessivi in Esperanto; molti hanno già in sé il significato riflessivo:
Forma reciprocaL'idea di reciprocità si ottiene con nin, vin, ilin reciproke ed anche con niu, vin, ilin, unu la alian (o unuj la aliajn). Es: ni amas nin reciproke - noi ci amiamo reciprocamente; si può anche dire: ni amas nin unu la alian. Forma impersonale
I verbi impersonali esprimono un'azione che non dipende dal pronome personale e
quinsi si usano sensa questo:
Non avendo passivo, ed essendo privi di soggetto, prendono al participio la
forma avverbiale -ante, -inte, -onte:
Alcuni verbi risultano impersonali solo accidentalmente: deci - convenire, rezulti - risultare Interrogazione
Quando si esprime una interrogazione, se non precede una particella i per s
interrogativa come kiel, kio, ecc, si premette la particella c^u.
NegazionePreposizioniSuffissi sostantiviAvverbiSuffissi sostantiviCongiunzioniInteriezioniKorelativaj VortojSuffissi aggettiviKorelativaj VortojSuffissi verbaliPreposizioni usate come prefissiParole composteParole straniereEsempio sulla formazione delle parole da un radicaleSintassi |